Assertivita’
Il comportamento assertivo è tipico della persona che rispetta i diritti propri e quelli altrui, non permette agli altri di essere aggressivi, non li subisce, non esige che gli altri modifichino le loro opinioni, non giudica gli altri, decide per se stessa e non si assume responsabilità che non le competono, ha stima di sé e dell’altro (“io sono ok, tu sei ok) sa esprimere le proprie opinioni e le proprie emozioni in modo funzionale, raggiunge i suoi obiettivi, sa che cosa vuole e lo persegue senza calpestare gli altri. L’obiettivo generale è soddisfare i bisogni e rispettare gli stati d’animo e i diritti di entrambe le parti; valorizzare i contributi di tutti.
L’assertività è caratterizzata da comportamenti e pensieri appresi. Siamo tutti nati assertivi. Pensate ad un bambino. I bambini piangono quando vogliono qualcosa, esprimono emozioni liberamente, poi a poco a poco adattano i loro comportamenti, in sintonia con le risposte che ricevono dall’ambiente, cioè dalla famiglia, dai pari, da figure autorevoli ecc. Ad esempio, se in famiglia, o nel gruppo dei pari si utilizzano litigi o urla per affrontare i conflitti, il bambino imparerà a fronteggiare i conflitti secondo queste modalità. Se si insegna ad un bambino a compiacere prima gli altri e mettere in secondo piano se stesso, egli, in futuro, troverà difficile essere assertivo in relazione alle sue necessità.
Il comportamento passivo è tipico della persona che subisce gli altri, è incapace di esprimere le proprie opinioni o sentimenti, fa fatica a prendere decisioni, ritiene gli altri migliori di se stessa (“io non sono ok, tu sei ok”) teme e dipende dal giudizio altrui, è incapace di rifiutare le richieste, tende a sottomettersi al volere dell’altro. L’obiettivo generale è evitare un possibile conflitto e/o far piacere all’interlocutore accondiscendendo a delle sue richieste esplicite o anche implicite.
Il comportamento aggressivo è tipico della persona che tiene conto esclusivamente di se stessa e della propria gratificazione, calpesta i diritti altrui, ritiene di essere sempre nel giusto, attribuisce agli altri la responsabilità dei propri errori, svaluta l’altro (“io sono ok, tu non sei ok”) è rigida, inflessibile rispetto alle sue posizioni, o meglio, non distingue le opinioni dalla realtà oggettiva e tende a dare per assolute e giuste solamente le proprie. L’obiettivo generale è “averla vinta a tutti i costi!!”.
Una variante del comportamento aggressivo è il cosiddetto comportamento manipolativo (passivo- aggressivo). Queste persone non specificano cosa vogliono, ma usano metodi indiretti, quali l’ironia, il sarcasmo, i discorsi allusivi, in modo che l’altro debba supporre le loro intenzioni o sentirsi in colpa o responsabile. È possibile capire ad un tratto di essere stati manipolati per molto tempo. Si può avere la sensazione di aver agito ingannevolmente contro le proprie convinzioni.
Molte difficoltà interpersonali sono legate all’ansia o alla rabbia connessa all’impossibilità di esprimere i propri sentimenti, le proprie idee in modo soddisfacente e socialmente efficace. Il comportamento passivo o anassertivo è considerato estremamente penalizzante nelle relazioni sociali, e spesso è causa di numerose difficoltà a livello di funzionamento personale, interpersonale e lavorativo. Anche il comportamento aggressivo ha notevoli conseguenze negative sui rapporti con le persone e potenzialmente incide sulla salute psico-fisica.